Test
semiserio sullo stress da computer (raccomandato ai soci
gia informatizzati)
Istruzioni: Rispondi
alle domande con " sì o no " e segnati le
risposte
1. Ti sei mai sentito come se fosse il tuo
Pc a comandare e non tu? 2. Hai mai bruciato un computer (o più
d’uno)? 3. Hai mai litigato con il tuo Pc come fosse
un essere umano (odiosissimo)? 4. Spendi più soldi per il tuo Pc
che per te? 5. Il tuo Pc occupa tanto di quello spazio
da averti estromesso dalla tua stanza? 6. Il tuo Pc ha più fili e cavi di
tutti gli elettrodomestici che possiedi? 7. Il tuo Pc è considerato un membro
della famiglia e tu un semplice accessorio (periferica)? 8. Ti sei mai prostrato a terra e pregato
a mani giunte il tuo Pc di funzionare a dovere? 9. Se senti il pigolio del tuo modem mentre
si connette ad Internet ti viene l’orticaria? 10. Ti è mai successo che qualcuno/a
ti parlasse del suo hard disk e tu pensassi che stesse facendoti
una avance? 11. Hai mai divorziato perché tua
moglie/marito si rifiutava di comunicare con te se non via
e-mail? 12. Hai mai scelto un/una partner basandoti
sulle sue (confortanti) incompetenze informatiche? 13. Hai mai preso psicofarmaci per colpa
del tuo Pc? 14. Ti è mai scoppiato un tremendo
mal di testa mentre cercavi inutilmente di ricordarti l’indirizzo
e-mail di un tuo/a amico/amica? 15. Hai mai sentito parlare di un Pc che
funzionasse perfettamente per più di 10 giorni consecutivi? 16. Hai mai posseduto un Pc, o conosciuto
una persona che possedesse un Pc, senza qualche magagna? 17. Ti sei mai sorpreso a guardare il tuo
Pc con un martello in mano? 18. Hai mai cambiato computer nella speranza
che il nuovo fosse più semplice e appena acceso capito
il tragico errore? 19. Nonostante la tua/e eventuale/i laurea/e,
il tuo Pc (che in fondo è un elettrodomestico) è
mai riuscito a farti sentire un perfetto/a idiota? 20. Provi un perverso piacere quando non
scarichi la posta per più di due giorni? 21. Hai dovuto aprire un mutuo per pagare
la bolletta telefonica dopo che hai inaugurato una connessione
ad Internet? 22. Hai mai cliccato con il mouse con il
sacro terrore che tutto saprebbe esploso? 23. Hai mai maturato la certezza che il tuo
Pc ti stesse prendendo in giro? 24. Il tuo Pc si è mai rotto un giorno
che avevi assolutamente bisogno di lui, per poi funzionare
perfettamente l’indomani che non ti serviva a niente? 25. Hai mai pensato all’inventore del
Pc come ad un Nemico dell’Umanità? 26. Il tuo Pc ti ha mai strappato una parolaccia?
Somma tutte le domande a cui
hai risposto "SI" e verifica il tuo grado di esasperazione
8 o meno: In un modo o in un altro riesci
a dominare il tuo Pc, o comunque riesci ad avere un buon rapporto
con lui. I casi sono due: o non l’accendi mai, o sei
un genio informatico (beato te!)
9-16: Ti stai affacciando nel mondo informatico
e cominci a renderti conto del guaio in cui ti sei cacciato.
Non sei però ancora definitivamente stressato…
forza e coraggio, ogni speranza non è persa!
17-24: Benvenuto nel mondo dell’informatica.
Ne hai compreso l’importanza e di conseguenza anche
le difficoltà. Ora puoi comunicare con tutto il mondo,
reperire informazioni su internet ma anche stressarti…
Fastidiosi tic, paura dei virus, crisi di pianto, e momentanee
perdite di lucidità sono normali. Una cosa positiva
c’è: mezzo mondo è nelle tue stesse condizioni…
25-26: Sei pronto per la camicia di forza,
o poco ci manca. Ululi alla luna e usi termini strani come
URL, Cip, Bit. Puoi prenderti una rivincita: manda il conto
del tuo psichiatra alla Microsoft!
Un
padre e il figlio chiacchierano tranquillamente in auto.
Dopo un po’ l’auto va a sbattere contro un albero:
il padre muore sul colpo, il figlio è grave e viene
ricoverato in ospedale, dove lo portano in camera operatoria
e chiamano il chirurgo. Il chirurgo entra, guarda ed esclama:
....”non posso operarlo... questo è mio figlio!!”
Personaggi in ordine di apparizione:
la moglie
il marito
il barcaiolo
l’amante della moglie
l’assassino
In
una bella giornata di sole una moglie trova una scusa qualunque
per il marito e va a trovare l’amante che abita in
un fitto bosco al di là di un fiume, pagando profumatamente
il barcaiolo perché ce la porti.
Si trattiene lì mezza giornata e poi “deve”
tornare a casa (non si sa perché deve necessariamente
tornare a casa, ma il quiz è così). Nel frattempo
però il contesto è molto cambiato: il tempo
è diventato orribile, il bosco è fitto, intricato
e buio e la visibilità è a zero ma soprattutto
lei e l’amante hanno sentito per radio che c’è
un assassino armato che gira da quelle parti. La donna è
spaventatissima e chiede all’amante di accompagnarla
e difenderla, ma l’amante risponde picche. Pentita
e tremante telefona al marito, chiedendogli di andarla a
prendere, e il marito le risponde una cosa tipo: “arrangiati,
non mi coinvolgere...” Allora la donna si decide ad
andare da sola e va dal barcaiolo, dove arriva miracolosamente
illesa. Quello però le chiede una somma enorme per
traghettarla e non si fa convincere dalle sue preghiere
accorate; lei torna indietro per procurarsi la somma, chiedendola
all’amante o altro. Mentre ritorna però incontra
l’assassino che la uccide.
Domanda:
chi è maggiormente colpevole della morte della donna?
Fai la
tua personale graduatoria, e clicca su chi ritieni più
resposabile (però rispondi subito senza pensarci troppo).
Paul
Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson nel volume
“Pragmatica della Comunicazione Umana” (Astrolabio,
Roma 1971) riportano il seguente episodio:
Nel 1938 le autorità naziste
avevano promesso a Sigmund Freud un visto d’uscita
dall’Austria a condizione che sottoscrivesse una dichiarazione
in cui sosteneva che era stato “trattato dalle autorità
tedesche, e in particolare dalla Gestapo, con tutto il rispetto
dovuto alla sua fama di scienziato”. E’ chiaro
che la Gestapo aveva tutto l’interesse che Freud sottoscrivesse
il documento in modo da avallare (e l’avallo sarebbe
arrivato da parte di un ebreo, non dimentichiamocelo) la
sua pretesa “correttezza”.
E’ presumibile che Freud si trovò davanti al
dilemma se sottoscrivere il documento (e quindi avallare
la Gestapo e il suo preteso e quanto mai finto fair play),
o rinunciare alla partenza (e quindi mettere in grave pericolo
la sua vita).
Freud
trovò un modo geniale per risolvere il dilemma, senza
obbedire alla Gestapo e al tempo stesso ottenendo il visto
d’uscita. Quale?
Per la soluzione si tenga presente che Freud applicò
in maniera alquanto originale la regola che vuole che sia
logicamente impossibile coniugare in forma imperativa alcuni
verbi.
Nell’Accademia
(II, 95), Cicerone (106 – 43 a.C.) racconta il seguente
caso, attribuito agli stoici:
“Si
narra che un antico filosofo greco, di nome Protagora, avesse
insegnato la legge a un povero giovane, di nome Euatlo,
a condizione che questi lo ricompensasse non appena vinta
la sua prima causa legale.
Euatlo, però, decise di abbandonare la professione
legale. Protagora, stancatosi di aspettare la ricompensa
pattuita, un giorno lo avvicinò e gli sollecitò
il pagamento. Visto il rifiuto del giovane, lo citò
in tribunale.
Dinanzi alla corte Protagora affermò che a questo
punto aveva vinto, qualsiasi fosse stato il verdetto, infatti
se Euatlo avesse vinto, sarebbe stata la sua prima causa
vinta, e avrebbe dovuto pagare. E se avesse perso, avrebbe
dovuto obbedire alla corte, e quindi pagare”.
Il ragionamento
di Protagora è corretto? E se non è corretto
cosa può rispondere Euatlo?
Nella
introduzione al “Tractatus Logico Philosophicus”
di Wittgenstein, Bertrand Russel racconta il seguente caso:
Il
capitano di una compagnia ordina al soldato addetto a mansioni
di barbiere di radere tutti i soldati della compagnia che
non si radono da soli, ma nessun altro.